Quantcast
Viewing latest article 6
Browse Latest Browse All 11

Di: Gruppo d'Intervento Giuridico

il G.U.P. Carla Altieri si è riservato di decidere.
La sentenza a cui fanno riferimento i Difensori è la sentenza T.A.R. Sardegna, sez. II, 15 gennaio 2014, n. 34 (http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Cagliari/Sezione%202/2010/201000087/Provvedimenti/201400038_01.XML), di senso opposto alle precedenti sentenze T.A.R. Sardegna, sez. I, 31 gennaio 2009, n. 118/2009 e, definitiva, Cons. Stato, sez. IV, 6 aprile 2012, n. 3969.
Misteri della giustizia amministrativa…

da La Nuova Sardegna, 5 marzo 2014
STINTINO » CEMENTO ALLA PELOSA. Villette abusive, la difesa pesca il jolly. Presentata al gup una recente sentenza del Tar che dà ragione ai costruttori: «La concessione edilizia non era scaduta». (Luigi Soriga)

SASSARI. Mai gli avvocati difensori avrebbero sperato in un simile assist da parte del Tar. A quanto pare, sulla vicenda giudiziaria della lottizzazione di Stintino Sos Appentados, tra la Pelosa e la Pelosetta, la strada per i legali si è fatta più in discesa. «Il Tribunale amministrativo – sorride l’avvocato Franco Luigi Satta – in pratica ha lavorato anche per noi. Ha cassato il ricorso presentato dagli inquilini e ha fornito una serie di illuminanti motivazioni». Anche il gup Carla Altieri, ieri mattina, ha preferito non pronunciarsi sull’eventuale rinvio a giudizio per gli imprenditori Guarino, i titolari della ditta e il responsabile del Suap di Stintino che aveva concesso le autorizzazioni per l’edificazione delle villette a 150 metri dal mare. Ha dato uno sguardo al fascicolo di 30 pagine che gli avvocati difensori (Satta, Galisai e Loi) hanno depositato agli atti, e ha deciso di prendere un po’ di tempo. Dunque nuova udienza fissata per il 4 aprile. La sentenza del Tar era fresca di emanazione, datata 15 gennaio, ed è un bel colpo di scena nel processo. Anche perché il pronunciamento era stato sollecitato dai proprietari stessi delle abitazioni che si affacciano sulla Pelosa e che nel 2009 si erano visti oscurare una fetta di azzurro da una sfilza di blocchetti di cemento. I residenti si erano rivolti al Tar e le associazioni ambientalisti, tra le quali il Gruppo di intervento giuridico in prima linea, avevano segnalato la vicenda in Procura. Il cantiere, per un periodo, è finito anche sotto sequestro. Le denunce toccavano una serie di presunti abusi: i costruttori venivano accusati di aver disboscato delle aree di macchia mediterranea, in fascia costiera protetta, violando le prescrizioni urbanistiche e di non possedere le dovute autorizzazioni. Inoltre avrebbero portato avanti il cantiere senza realizzare le opere di urbanizzazione. Tutto questo per fabbricare 6 unità abitative, all’inizio con finalità residenziale, e poi con destinazione turistico ricettiva, visto che il successivo progetto prevedeva l’accorpamento ad un complesso alberghiero. Ma a un certo punto l’azione della magistratura ha rischiato di arenarsi, dato che il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu aveva chiesto l’archiviazione. Ma i residenti non si erano dati per vinti, avevano presentato opposizione e il Gip Carla Altieri nell’aprile 2012 l’aveva accolta. Il magistrato riapre il fascicolo e chiude le indagini il 9 gennaio 2013. Gli imputati ricevono gli avvisi. E i residenti portano al Tar l’ulteriore materiale prodotto dal Gip, in modo da integrare le carte e le motivazioni già depositate. Non lo sanno, ma questo potrebbe essersi trasformato in un autogol. Infatti il Tar respinge il ricorso, e interpreta in maniera diametralmente opposta diversi rilievi mossi dal pm. La lottizzazione, secondo i giudici, anche se datata al 1975 non era scaduta. Le urbanizzazioni erano state eseguite e anche la destinazione d’uso delle villette, al momento della concessione, era regolare.


Viewing latest article 6
Browse Latest Browse All 11

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>